Nel primo quarto del Ventunesimo secolo, la digitalizzazione è un fenomeno ormai conclamato. Al 2024 gli utenti di Internet a livello globale hanno superato i 5 miliardi e l'utente medio dei trascorre 2 ore e 23 minuti al giorno nella rete sociale virtuale dei social network. La relazione richiede un'identità, e L'identità che proiettiamo sui social network è il risultato di una narrazione continua attraverso i contenuti che scegliamo di condividere. Questa costruzione identitaria, in bilico tra autenticità e rappresentazione, influenza profondamente il modo in cui ci relazioniamo con gli altri e come noi pensiamo a noi stessi.
Sulla rete tutto viene registrato, i dati di ciascuno raccolti ed interpretati fino a creare una rappresentazione accurata di noi. Non si tratta solo di ciò che, liberamente, scegliamo di condividere sui social, o dei dati necessari per permettere l’autenticazione ai servizi. Ad ogni interazione sul web, sono raccolti una serie di metadati che descrivono i nostri comportamenti, i nostri interessi, le nostre reazioni più di quanto ci possiamo aspettare.
Mentre il progresso avanza a ritmi esponenziali, i sistemi digitali si evolvono ed apprendono molto più velocemente di quanto noi riusciamo a fare. l’uomo si interfaccia con l’intelligenza artificiale portando con sé dubbi, timori, speranze. vediamoli insieme.
Dal punto di vista tecnico, una parola online ha un peso irrisorio. Tuttavia, il peso di una parola nel mondo digitale va ben oltre la sua dimensione in termini di bit e byte. Ogni tweet, ogni commento, ogni messaggio diventa parte di un archivio eterno della tua identità digitale.
Gli algoritmi raccolgono i nostri dati in modo progressivo e cumulativo, costruendo un ritratto digitale sempre più dettagliato di noi stessi. L'esperimento di replicazione di Anita dimostra quanto sia facile, con pochi dati e gli strumenti giusti, ricreare una persona digitale indistinguibile dall'originale. Per raggiungere questo risultato, abbiamo addestrato diversi algoritmi di intelligenza artificiale con materiali apparentemente innocui. Un software di AI, analizzando il linguaggio naturale di Anita estratto da testi e messaggi, ha imparato a replicare il suo stile narrativo e la sua personalità. Ha imparato a prevedere i suoi movimenti studiando la cronologia dei suoi spostamenti, ha appreso le sue abitudini, i suoi gusti musicali, i desideri profondi. Un'AI generativa di immagini, allenata su una serie di sue fotografie, ha imparato a produrre immagini realistiche di Anita, un algoritmo ha estratto il tono di voce di Anita da una registrazione audio di un minuto e, combinandolo con un video, ha generato infinite registrazioni che la ritraggono in modo realistico. L’esperimento solleva una riflessione importante sulla nostra vulnerabilità nell'era digitale, dove ogni nostra interazione online contribuisce a tracciare la nostra identità digitale.
In ordine di lettura: Benedetta Desogus, Chiara Del Rio, Federica Rocci, Anita Milana, AInita
